SAN LORENZO DA BRINDISI
Il
frate Cappuccino San Lorenzo da Brindisi (al secolo Giulio Cesare
Russo) è l'unico santo della città di Brindisi. L'unico. Ecco. San
Lorenzo e basta. Almeno finora. E pertanto si mettano l’anima
in pace coloro i quali – ci sono davvero, sapete?- vanno raccogliendo
informazioni (talora “estorcendole” e/o senza chiedere nessun permesso,
registrando all’insaputa di chi parla – è reato, no?- “testimonianze”
talmente irrilevanti da fare ridere) perché hanno in animo di presentare
in Diocesi una richiesta ufficiale per la istituzione di una fase
diocesana di un improbabile processo di beatificazione riguardo alcuni
concittadini. Parliamo chiaro: uno dei PRE-requisiti acchè la Chiesa
possa anche solo pensare di iniziare un Processo di Beatificazione ed
istruirlo è la fama di santità. E che io sappia nessun
concittadino è morto in odore di santità. Certo, qualcuno forse dopo
essere morto ha fatto poco purgatorio, o forse qualche anima eletta è
andata direttamente in Cielo (chessò, penso a Don Beniamino Elefante
–che, peraltro, era sanvitese- o a Don Quirico Terrulli –pure lui non
brindisino- o la stessa Grazia Balsamo, Francesca Morelli. Son i primi
nomi che mi son venuti alla testa di anime che con ogni probabilità non
han fatto neppure un giorno di purgatorio). Magari un centinaio- o poco
più- nell’ultimo secolo. Ma la santità –intesa come Canonizzazione-
rimane un fatto esclusivo di Giulio Cesare Russo. Il quale, divenuto
Religioso, non tornò mai più a Brindisi. E, a quanto pare, le notizie
che gli giungevano dei nostri concittadini dell’epoca –clero incluso-
non erano proprio edificanti, anzi.
E, oggi come ieri, la città di Brindisi non è proprio una fucina di anime sante. E’ certamente esagerata la nomea –“brindisini: latri e assassini”-
ed è persino ingenerosa rispetto ad una comunità di quasi centomila
persone. Però, ricordiamo: questa è la città di sindaci arrestati e
finanzieri uccisi dalla criminalità; dei medici e dipendenti Asl
arrestati perché non andavano a lavoro e quella delle pulizie gli
timbrava il cartellino a tutti; del piu alto numero di sinistri simulati
(“ponci”) e tante altre cose tipo l’abusivismo selvaggio e prepotente, i
posti pubblici ricoperti in buona parte da raccomandati di partito e
(micro?)criminalità dilagante.
Mò
i miei concittadini che leggono si risentono. E’ normale: quando tocchi
un nervo scoperto fa male. Epperò, nel giorno del nostro santo
Patrono, abbiamo un po’ di umiltà: invece di schermirci (e magari
ringraziare chi ci aiuta a comprendere certe realtà) e/o accusare e/o
offendere preghiamo questo nostro Concittadino
illustre, ed illustre principalmente perché santo. Questo Dottore della
Chiesa, questo Cappuccino (scommettiamo che molti solo ora “scoprono”
che San Lorenzo era francescano?) santo ed innamorato della Vergine
Santa ci aiuti. Si, aiuti questa sventurata Città. E cominci proprio
dalle “autorità” e via fin all’ultimo bimbo appena nato o al
concittadino piu stupido (io). Un discorso a parte va fatto per la
Chiesa: si, Benedetto XVI ha parlato del fango della Chiesa. Ma,
attenzione amici a non confondere le parole di un santo (lui si) Papa,
ultra ottuagenario e che ben conosce le piaghe che affliggono il Corpo
Mistico di Cristo, con le critiche senza raziocinio – e spesso
pregiudiziali e figlie della ignoranza- verso la Chiesa di persone che
in chiesa non ci vanno dal giorno del matrimonio (o del funerale del
nonno o dell’amico morto tragicamente) e che non si confessano da trenta
o 40 anni. O peggio ancora con le blasfeme stupidaggini di chi diffonde
messaggi sedicenti “celesti” contro i preti e le (presunte) loro
nefandezze. La Vergine non fa altro che dirci di amare la Chiesa e di
pregare per i nostri Pastori: solo un visionario eterodiretto e forse
indemoniato può raccontare delle allucinazioni così strampalate e,
ripeto, blasfeme. E comunque la Chiesa, nella fattispecie, ha fatto il
suo dovere: ogni battezzato ha da adeguarsi ed ubbidire. Punto,
parentesi chiusa. Torniamo ai nostri “aspiranti santi” (e pure
taumaturghi, mi riferiscono) e ribadiamo: nessuno, in Brindisi, è morto
in concetto di santità. Si eviti di diffondere “culti” spropositati in
modo piu o meno lecito. Si abbia la umiltà di accogliere benevolmente le
parole di chi vi parla e prova a correggervi. Non abbiate la stolta
imprudenza di ostinarvi o, peggio, attaccare. Conosco molto piu di
quanto ho scritto fin qui e non avrei altro che mettermi a scrivere
ulteriormente e svergognare ancora i disubbidienti e gli immorali.
Accogliete l’invito: pregate, pregate San Lorenzo. Lui ci farà capire
quanto siamo distanti da una vera ed autentica conversione. Lui, che
quella chiesa-santuario l’ha fatta costruire e donata alla città, ci
farà capire quanto è importante, utile e benefico per le nostre vite il
recarci lì, davanti a Gesù Eucaristia, solennemente esposto ogni giorno
nella “sua” chiesa. E li c’è l’anziano e bravo don Mario: lui è un
Sacerdote secondo il cuore di Cristo ed è confessore esperto. Vi
ricordo, fratelli, che siam tutti peccatori e che se i peccati non ce li
perdona , tramite il Sacerdote nel Sacramento della Confessione, Iddio
poi ci troverà carichi di fardelli pesantissimi e maleodoranti. Non
attendiamo la morte per confessarci: spesso si muore all’improvviso e
non c’è tempo. E non c’è bisogno che dico quale è il rischio concreto di
chi muore in peccato mortale. Ed è peccato mortale anche – e
soprattutto- il vivere situazioni stabili e permanenti di peccato:
adulterio, convivenza. Queste cose le sappiamo, e se qualcuno non lo
sapeva mò lo sa.
Per
concludere: lasciate perdere visionari e guaritori, maghi e cartomanti,
prostitute ed amanti. E, una buona volta, convertiamoci. Ci aiuti, in
questo duro ma necessario percorso, la Vergine Santa ed il nostro concittadino San Lorenzo da Brindisi che Le era così devoto.
cosimo de matteis
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